frecciabianca

Tutto si può dire, tranne che l’introduzione del Freccia Bianca in Sicilia non abbia fatto rumore. E come spesso capita, non è mancato molto tempo prima che ci si dividesse in fazioni. In particolare, c’è chi ha salutato come rivoluzionario l’evento, c’è chi al contrario ha giudicato il nuovo servizio come mera passerella politica.

I primi hanno posto l’accento sul fatto che anche nella nostra isola adesso esistono le “Frecce”, i secondi invece hanno lamentato la presenza di un materiale ferroviario incapace di ridurre i tempi di percorrenza tra le tre aree metropolitane siciliane, ossia Palermo, Catania e Messina.

Dove sta la verità? Per scoprirlo, si parta da una semplice considerazione. Per stabilire la velocità di un treno, occorrono due elementi: la potenzialità dell’infrastruttura e la potenzialità del materiale rotabile. Se un treno in grado di raggiungere importanti prestazioni viaggia su una linea in grado di supportare tali prestazioni, allora il collegamento tra due stazioni potrà dirsi veloce. L’alta velocità non a caso viaggia su infrastrutture dedicate e spesso separate da quelle “ordinarie”. Detto in altri termini, se un treno concepito per toccare i 250 km/h viene messo su linee costruite per ospitare mezzi veloci (composte quindi da tracciati rettilinei, ecc.) allora il viaggio potrà dirsi ad alta velocità.

Ma se su treno veloce viene messo su una linea non in grado di supportare importanti prestazioni, quel mezzo viaggerà con la stessa velocità dei vagoni ordinari. Se un Frecciarossa 1000, il treno più veloce in circolazione, viene fatto viaggiare su una linea ordinaria, toccherà le stesse punte dei treni regionali in termini di prestazioni.

I Frecciabianca scesi in Sicilia sono impiegati sulle stesse linee solcate ogni giorno dai treni regionali. Impensabile quindi immaginare alte velocità. Per questo i tempi di percorrenza dei nuovi treni sono pressoché identici a quelli dei treni regionali. E allora, è la domanda spontanea a questo punto, perché far scendere qui i Frecciabianca?

Le “Frecce” della società Trenitalia differiscono rispetto ai treni regionali non tanto e non solo per la velocità, ma anche per i servizi offerti all’utenza. I Frecciarossa costituiscono la punta di diamante del trasporto ferroviario, essendo treni molto veloci impiegati in apposite tratte dell’alta velocità. Poi ci sono i Frecciargento, composti da materiale moderno in grado di viaggiare sia sulle linee ordinarie che in quelle veloci. Infine i Frecciabianca, i quali viaggiano solo su linee ordinarie, ma garantiscono, rispetto ai treni regionali, servizi aggiuntivi a bordo. Quali, tra tutti, il servizio bar assente sui regionali.

Dunque l’arrivo dei Frecciabianca in Sicilia non è stato concepito per aumentare la velocità, possibile solo se si investe sul miglioramento dell’infrastruttura, ma per offrire un servizio aggiuntivo all’utenza. I pendolari siciliani hanno una possibilità in più di scelta: prendere il “normale” regionale, pagando il biglietto standard, oppure pagare qualche Euro in più per viaggiare su treni che garantiscono servizi aggiuntivi a bordo.

La verità tra le due fazioni contrapposte sull’arrivo dei Frecciabianca sta nel mezzo. Non si tratta affatto di una rivoluzione, ma di un semplice servizio in più offerto ai siciliani. I quali però, fino a quando non si investe sul miglioramento e l’ammodernamento delle tratte ferroviarie, dovranno aspettarsi i tempi di percorrenza di sempre.

La politica siciliana ha avuto, per ovvi motivi elettorali, tutto l’interesse a presentare i Frecciabianca come rivoluzionari. Scommettendo, a livello comunicativo, sull’effetto suscitato dal termine “Freccia”. È arrivata sì una freccia, ma sui binari tradizionali. Un servizio in più che non sa di rivoluzione, ma nemmeno di elemento da condannare.

Mauro Indelicato, presidente Ferrovie Kaos

Daniele Fucarino, presidente TrenoDoc