Attenzione a quando si parla di aeroporto. Ben venga ogni infrastruttura volta a migliorare i collegamenti nella nostra provincia, ma da presidente di Ferrovie Kaos non posso non evidenziare alcuni aspetti della vicenda. A partire dal fatto che l’aeroporto di Agrigento ha sempre avuto il ruolo di monopolizzare l’attenzione mediatica ed essere, per questo motivo, usato come specchietto per le allodole dalla politica.

L’aeroporto ha sempre stuzzicato il palato dell’opinione pubblica, ha spesso solleticato le fantasie di chi ha pensato un giorno di decollare da un hangar a dieci minuti da casa. Forse è per questo che, alla prima occasione utile, la politica torna a parlare dello scalo agrigentino.

Eppure, la classe dirigente nostrana ha più volte dimenticato di occuparsi di opere di immediata fattibilità e di immediato respiro per la fatiscente rete infrastrutturale provinciale. A partire dalla riprogrammazione dei treni Intercity. Forse l’opinione pubblica considera il treno come un mezzo passato e vetusto, non idoneo a collegare la città (e il suo territorio) con il resto d’Italia e d’Europa. In realtà, molti agrigentini scelgono la ferrovia e sono costretti a cambiare treno a Termini Imerese. I vagoni che partono da Palermo in direzione di Roma, sono costantemente occupati da decine di utenti agrigentini. Più volte, come Ferrovie Kaos, abbiamo chiesto il ripristino degli Intercity. Anche perché si tratterebbe di una soluzione piuttosto semplice: basterebbe portare qui alcuni vagoni, farli partire da Agrigento Centrale e poi agganciarli a Catania Centrale al treno diretto a Roma. In tal modo, migliaia di agrigentini non dovrebbero aspettare a Termini Imerese oppure non dovrebbero essere costretti a usare il gommato. La politica non ha mosso un passo in questa direzione.

C’è poi un altro aspetto da considerare, sempre a proposito dei collegamenti ferroviari. Con una minima spesa, si potrebbe ricostruire il bypass di Canicattì che eviterebbe al treno l’attuale deviazione verso il centro della cittadina. Circostanza quest’ultima che fa perdere almeno venti minuti. Un passante di poco meno di un chilometro, farebbe risparmiare parecchio tempo nel tragitto verso Caltanissetta e, di conseguenza, verso Catania. Forse molti politici locali non sono a conoscenza del fatto che proprio la Caltanissetta – Catania, da qui a pochi anni, sarà radicalmente rivoluzionata nell’ambito dell’ammodernamento, finanziato con fondi del Pnrr, della Palermo – Catania. La nuova ferrovia, quasi interamente a doppio binario, abbatterà i tempi di percorrenza verso il capoluogo etneo. Circostanza che avvantaggerebbe anche i treni (regionali e intercity) in partenza da Agrigento.

Detto in altre parole, dalla nostra città si potrebbe raggiungere via ferrovia l’aeroporto di Catania Fontanarossa in modo molto più agevole. Quest’ultimo scalo inoltre, da un anno è dotato di una propria fermata ferroviaria. La sfida quindi è collegare Agrigento ai corridoi in costruzione nel resto dell’isola. Anche perché oltre all’imminenza del via ai lavori sulla Palermo – Catania, pochi giorni fa sono stati inaugurati i cantieri per il raddoppio della Catania – Messina.

Essere capitale della cultura, non vuol dire ostentare solo il passato ma anche abbracciare una cultura della modernità che dalle nostre parti manca. E cultura della modernità vuol dire finalmente, tanto per l’opinione pubblica quanto per i politici locali, scorgere la testa e vedere cosa accade nel resto del mondo, oltre che nel resto della Sicilia. L’Europa sta incentivando molto all’uso del treno, nel 2026 potrebbero fare la loro comparsa in Italia i treni alta velocità low cost, tra molte piccole e grandi città del Vecchio Continente si viaggia sempre più con i treni notturni. Agrigento deve quindi agganciarsi ai corridoi europei e può iniziare a farlo progettando primi piccoli interventi (ripristino intercity e bypass di Canicattì) e poi pensare a un risanamento totale della linea per Caltanissetta.

Ben venga l’aeroporto, ma a patto che sia inserito nell’ottica di un complessivo quadro infrastrutturale. Nei giorni scorsi l’ordine degli architetti di Agrigento si è detto molto favorevole al ponte sullo stretto di Messina. Apprezzo, al pari dei soci di Ferrovie Kaos, quell’intervento. Perché finalmente in città un’ordine professionale capisce l’importanza di un’opera percepita, da molti nostri concittadini, come lontana e superflua. Nell’ottica di ancoraggio ai corridoi europei, avere infrastrutture funzionanti che da Agrigento conducono a Catania e agli assi ferroviari dell’isola, vorrebbe dire in caso di costruzione del ponte poter finalmente entrare nella rete europea dei trasporti.

In conclusione, la nomina a capitale della cultura 2025 di Agrigento pone alla città un’occasione storica: uscire dalla dimensione provinciale e provare a essere un territorio con una sua vocazione e un suo spazio a livello nazionale e internazionale. La città e la provincia cioè hanno adesso la possibilità di capire il proprio posto nel mondo. Il dibattito sull’aeroporto assume quindi un aspetto marginale. A meno, come detto in precedenza, di comprenderlo all’interno di un più ampio dibattito sulle infrastrutture e sul collegamento del territorio ai corridoi europei.