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Alcune considerazioni sull’uso del treno

22 marzo 2010

 

Le linee ferrate, nella maggior parte dei casi, attraversano posti che normalmente non potremmo vedere perché distanti dalle strade principali, perché poco accessibili o difficili e per questo motivo il viaggio in treno ha in se il gusto della scoperta o se vogliamo della ricerca, e si trasforma in uno strumento affascinante che, oggi più di prima, può essere utilizzato per accrescere le nostre conoscenze. Così conoscere la storia del treno e sapere ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare diventa indispensabile. Per questo motivo, di seguito, scrivo una brevissima sintesi per avere un primo quadro generico dal quale prendere spunto per eventuali approfondimenti e chiarimenti.

Il treno è un mezzo di trasporto capace di creare una rete capillare di collegamenti e capace di connettere in breve tempo punti diversi di un territorio. Proprio per queste caratteristiche fin dalle sue origini è stato il protagonista assoluto di tutti quei processi che in breve tempo hanno cambiato il volto della storia e ci hanno catapultato nell’età moderna.
Lungo le sue linee si sono consumate pagine epiche di storia e mentre nell’America del Nord permetteva la conquista del West a scapito degli Indiani, in Giappone agevolava un cambiamento radicale che li portò in pochissimo tempo dal Medioevo al capitalismo di stampo occidentale saltando di netto tutte le fasi storiche che invece attraversarono gli Europei.
Agli inizi dell’Ottocento le nuove tecnologie diedero la possibilità a centri di accumulazione finanziaria e del sapere di dare il via alla Rivoluzione industriale. In poco tempo si resero necessarie dei collegamenti veloci e sicuri tra i poli di estrazione delle materie prime e i poli industriali che molto spesso si insediavano in prossimità di città portuali. In poco tempo si creò una rete di trasporti che dall’entroterra si spingeva fino al mare favorendo gli scambi commerciali e trasformando completamente le città coinvolte. Così mentre la popolazione abbandonava l’agricoltura e si trasferiva nelle città industriali o portuali più importanti il tessuto sociale progressivamente si modificava. Il treno traghettò l’Europa dall’Ancien Régime all’età moderna, da una società statica e chiusa in se stessa ad una società dinamica e aperta, dalla fine dell’aristocrazia alla nascita della borghesia favorendo al tempo stesso, in una visione più ampia degli eventi, una quantità enorme di migrazioni e rimescolamenti di etnie che in molti casi finirono con l’alimentare e provocare quei contrasti che sfociarono nei Conflitti Mondiali dei primi del Novecento.
Anche da un punto di vista urbanistico, la ferrovia in alcuni casi determinerà e in altri  favorirà lo sviluppo delle città in molti casi caratterizzandone fortemente la forma.  Così, mentre le città investite da un fenomeno di crescita urbana senza precedenti superavano il limite delle vecchie mura di cinta, la ferrovia in alcuni centri passava tangenzialmente al centro urbano, in altri come a Londra li attraversava e in altre ancora come nella Parigi di Haussmann si integrava perfettamente con un sistema viario insediando le proprie stazioni alla testa dell’estensione dei Boulevard più importanti.
Proprio nelle stazioni che si dividevano in fabbricato passeggeri e fascio binari compresi di banchine pedonali e tettoie, si consumavano gli esperimenti di tipo architettonico e ingegneristico. Il fabbricato passeggeri proprio per la sua forte caratteristica di rappresentanza assumeva i connotati di una grande opera monumentale in muratura mentre la tettoia in acciaio e vetro rispondeva a delle esigenze prevalentemente tecniche e funzionali.
In questo periodo la ferrovia favorì anche l’insediamento di centri con caratteristiche militari e di quei piccoli centri che crebbero sulla necessità di tempo libero come Nizza costituita prevalentemente da grandi alberghi e servizi per lo svago.
Questo mezzo di trasporto non soltanto contribuì in modo preponderante, nell’arco di poco più di un secolo, al cambiamento del paesaggio europeo e mondiale ma ne è una parte integrante e inscindibile.
Il treno è anche stato il protagonista della più recente storia Agrigentina e in particolar modo Empedoclina. Porto Empedocle è nata con il commercio ed ha raggiunto l’autonomia dal Capoluogo agrigentino prevalentemente grazie al commercio dello zolfo e del salgemma che estratti dalle miniere veniva trasportato al porto e raffinato per essere stivato. Le linee ferroviarie più importanti erano la Porto Empedocle–Palermo, la Porto Empedocle–Caltanissetta e la Porto Empedocle-Castelvetrano. Su questi tre semplici assi ferroviari Agrigento e Porto Empedocle hanno costruito il loro futuro che l’oscillante mercato dello zolfo e l’eccessivo individualismo agrigentino hanno impedito si strutturasse in forme più competitive e durature.
La costruzione della ferrovia in Sicilia e in particolare nell’agrigentino ha incontrato non poche difficoltà in particolar modo per gli interessi particolaristici che gravitavano attorno allo zolfo e che costringevano i progettisti a tracciare delle reti in terreni difficili e molto spesso lontani da centri importanti per l’economia del territorio. Se a tutto questo aggiungiamo il diffuso senso di illegalità delle nostre amministrazioni del periodo e una totale assenza di organizzazione della filiera produttiva e dell’alta conflittualità tra i paesi interessati alla produzione, è facile comprendere come con l’arrivo degli americani nel mercato del minerale, molto più organizzati di noi e con maggiore disponibilità di capitali, fummo costretti ad alzare bandiera bianca.
Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 l’era aurea dello zolfo era solo un ricordo. Bisognerà aspettare la fine delle Guerre Mondiali perché la Politica Industriale riavviasse il processo di sviluppo dei paesi legati allo zolfo. Ma tutto ciò durò l’arco di un ventennio e Porto Empedocle con tutto il sistema produttivo dello zolfo, compresa la ferrovia caddero in disgrazia. Presto molte tratte vennero dismesse e con il tempo molte delle infrastrutture costruite andarono perse per sempre.
Per questo motivo riteniamo che il recupero della memoria e della cultura ferroviaria, che in Italia fin dagli anni del Boom Economico ha subito delle scelte politico-economiche eccessivamente sbilanciate verso il gommato, sia un atto dovuto ma soprattutto una necessità per adeguarci alle direttive europee. A tutto ciò va aggiunto che il treno è il mezzo di trasporto più sicuro e meno inquinante, ragione per cui le direttive della Europa preme moltissimo sulla necessità di sviluppare questo mezzo di trasporto combinato al trasporto navale e con il chiaro obiettivo di alleggerire le vie di comunicazione stradale trasferendo gran parte del trasporto merci sulla ferrovia.
Il recupero delle vecchie linee dismesse, delle vecchie scartamento ridotte e la trasformazione di alcune di esse in tram urbani o metropolitane può essere un occasione da sfruttare a fini culturali e turistici. Il mediterraneo si sta aprendo e la crescita delle tratte commerciali e del turismo croceristico possono essere la spinta che aspettavamo per lo sviluppo dell’economia che necessariamente passa attraverso il porto di Porto Empedocle e la sua ferrovia. Le Autostrade del Mare e il Corridoi I Palermo–Berlino o se preferite Porto Empedocle-Berilno sono un ulteriore occasione per inserire la Provincia di Agrigento in una politica di sviluppo europea e toglierci dalla marginalità in cui, Storicamente, siamo stati costretti.
In chiave culturale l’elemento letterario è ciò che ci distingue e caratterizza. In un territorio bellissimo e duro che ha ispirato le Penne di Pirandello, Sciascia e Camilleri, in cui Greci, Romani, Arabi, Normanni hanno costruito il mosaico di una storia irripetibile, oggi, il treno può rappresentare l’elemento di unione per un territorio eccessivamente frammentato da una conflittualità esasperata che non ci ha mai permesso di approfittare fino infondo delle occasioni che si sono presentate.
 
 
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